Ricerche su Guido Picelli. Incontro online con Franco Ferrari e William Gambetta

Guido Picelli

Il 5 gennaio 1937 Guido Picelli veniva ucciso, dopo aver guidato due compagnie del Battaglione Garibaldi della XII brigata internazionale alla conquista della collina d’El Matorral, presso Mirabueno (Guadalajara).

Anticipatore del movimento di liberazione del nazifascismo fin dai tempi in cui fu protagonista delle 5 giornate di Parma (agosto 1922), al suo esempio di antifascismo radicale e internazionalista è dedicata la nostra sezione ANPI Spagna.

Abbiamo pensato, dunque, di iniziare le attività di questo 2024 dalla memoria di Guido Picelli, con un incontro online in cui parleremo con Franco Ferrari e William Gambetta, autori di recenti  ricerche che hanno recuperato il profilo del Picelli politico e combattente attraverso testi e documenti finora inediti.

Vi aspettiamo sulla piattaforma Zoom venerdì 12 gennaio, alle 18.30.

Per richiedere il link all’evento, è sufficiente compilare il seguente form: https://bit.ly/3v9dmCw

Chi era Guido Picelli

Anticipatore del movimento italiano di liberazione dal nazifascismo (1943-1945), Guido Picelli è un esempio di antifascismo radicale e internazionalista.

Guido Picelli
Guido Picelli

Nato a Parma nel 1889, dopo la Prima Guerra Mondiale entra nel Partito Socialista e guida la Lega proletaria dei mutilati, reduci e invalidi di guerra. Nel 1920 entra nel Partito Socialista e costituisce la Guardia Rossa per la difesa delle manifestazioni del partito.

Eletto deputato nel 1921, nello stesso anno fonda il gruppo parmense degli Arditi del Popolo, una milizia antifascista che nell'agosto del 1922 guiderà la resistenza delle barricate nei quartieri contro la violenza dei numerosi squadroni fascisti guidati da Italo Balbo.

Eletto deputato nel 1921, nello stesso anno fonda il gruppo parmense degli Arditi del Popolo, una milizia antifascista che nell’agosto del 1922 guiderà la resistenza delle barricate nei quartieri contro la violenza dei numerosi squadroni fascisti guidati da Italo Balbo.

Rieletto deputato nel 1924, questa volta come rappresentante del Partito Comunista Italiano (fondato nel 1921), fu perseguitato dal fascismo e condannato all’esilio, prima a Lampedusa e poi a Lipari. Nel 1932 scappa clandestinamente in Francia, dove continua a sostenere i gruppi antifascisti e, dopo una breve tappa in Belgio e Germania, arriva come rifugiato in URSS. Ha vissuto a Mosca fino al 1936, tra tensioni e accuse di tradimento da parte della repressione stalinista.

L'ultima foto di Guido Picelli nel dicembre del 1936 a Madrid con Randolfo Pacciardi e due ufficiali del Battaglione Garibaldi.
Guido Picelli nel dicembre del 1936 a Madrid con Randolfo Pacciardi e due ufficiali del Battaglione Garibaldi.

Alla notizia dell’insurrezione, decide di partecipare attivamente alla difesa della Seconda Repubblica, come comunica agli operai di Parma rifugiati a Parigi:

“Voi che mi conoscete sapete benissimo che il mio posto non può essere che quello. Seguo gli avvenimenti con la passione del vecchio soldato (vecchio di milizia non di età) che ha fatto della lotta la sua divisa e che gran parte della vita ha trascorso sui campi di battaglia insieme a voi in difesa della pace, del pane, della libertà.”

Dall’ottobre del 1936 prepara e coordina le truppe di volontari antifascisti italiani nelle operazioni del fronte di Madrid e Guadalajara, dove il 1 gennaio 1937 guida la conquista del paese di Mirabueno. Il 5 gennaio 1937, durante l’assalto al monte San Cristóbal vicino a Mirabueno (Guadalajara), Guido Picelli muore, comandante del battaglione Garibaldi della XII Brigata Internazionale.

Guido Picelli muore, comandante del battaglione Garibaldi della XII Brigata Internazionale.

In suo onore furono celebrate le esequie di stato a Madrid, Valencia e Barcellona, dove fu sepolto nel cimitero di Montjuïc. La sua tomba fu profanata nel 1939, all’arrivo delle truppe franchiste in città.

Ora è ricordato, insieme al compagno delle barricate di Parma Antonio Cieri, in un monumento realizzato nel 2013 e recentemente trasferito nel Fossar de la Pedrera.

Ora è ricordato, insieme al compagno delle barricate di Parma Antonio Cieri, in un monumento realizzato nel 2013 e recentemente trasferito nel Fossar de la Pedrera.

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