Comunicato di ANPI Spagna in merito alla morte di Aleksej Naval’nyj

Omaggio a Alexei Navalny

La notizia della repentina ed imprevista morte dell’oppositore russo Aleksej Naval’nyj, avvenuta lo scorso 16 febbraio 2024 ed imputata – dalle autorità di Mosca – ad un malore improvviso che lo avrebbe colto dopo una passeggiata, non può non inquietare tutte le persone che credono nei fondamentali valori della democrazia e della libertà, e che difendono – in qualsiasi luogo del nostro pianeta – i diritti umani degli individui.

Lista degli omicidi di Putin

La scomparsa di Naval’nyj non è che l’ultimo atto di una mortale sequenza che, negli ultimi anni, ha visto cadere uccisi, o condannati a lunghe pene detentive, tutti coloro i quali (come Anna Politkovskaya, Alexander Litvinenko o Boris Nemtsov) hanno osato sfidare apertamente l’autocratica dittatura di Vladimir Putin. Una dittatura che, vale la pena ricordarlo, non è soltanto responsabile dell’invasione dell’Ucraina, ma è anche colpevole di negare l’esercizio dei più elementari diritti democratici ed umani alla stessa popolazione russa.

Per questo motivo, ANPI Spagna si unisce alla condanna generale emessa contro le autorità russe, sottolineando la necessità imprescindibile di denunciare tutte le violazioni dei diritti umani fondamentali ovunque esse vengano commesse, ed auspicando che questa condanna sia condivisa da tutti, senza esitazioni né dubbi di sorta.

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

ANPI Spagna, pertanto, censura decisamente l’atteggiamento di quelle forze politiche che sembrano voler minimizzare, quando non addirittura giustificare, quanto accaduto in Russia, o che sembrano voler ridicolizzare lo stesso operato di Naval’nyj.

ANPI Spagna – fedele a quegli ideali di democrazia e di libertà per i quali sacrificarono la loro vita migliaia di partigiani e partigiane lottando contro il nazifascismo – ricorda che questi ideali devono essere mantenuti vivi e difesi sempre e comunque, senza esitazioni né tentennamenti di sorta; ricorda inoltre che la difesa dei diritti umani garantiti dalla Dichiarazione Universale del 1948 deve continuare ad essere – specialmente in questi anni – una priorità irrinunciabile di tutti i governi e di tutte le persone.

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